
Dopo essermi laureato presso l’Università di Bologna e prima di intraprendere il percorso professionale volto all’esercizio della professione di avvocato, mi sono occupato a lungo di diritto dell’immigrazione all’interno di un'associazione fondata con alcuni colleghi ed amici.
Ricordo bene come questa scelta fosse stata determinata da un episodio che mi aveva colpito profondamente: un amico straniero, studente universitario come me, dopo 4 anni dal suo arrivo in Italia, ricevette dalla Questura un decreto di diniego del rinnovo del proprio permesso di soggiorno di studio con l’“invito” ad uscire dal paese entro 15 giorni. La sua vita, il suo lavoro, le sue amicizie ed i suoi affetti venivano così improvvisamente interrotti.
Sembrava tutto ingiusto, e francamente continuo a ritenere che lo fosse, ma le norme lo prevedevano e a quel punto non si poteva più far nulla. Mi misi subito a studiare una soluzione che gli consentisse di poter ritornare, glielo promisi.
Dopo quasi un anno di “lotte” estenuanti, che mi fecero scontrare con quella - dura - realtà che la disciplina dell’immigrazione e gli uffici preposti alla sua applicazione rappresentano in Italia, finalmente ci riuscimmo con successo.
Non conoscevo nulla di quella disciplina, “da avvocato in erba” la studiai per aiutare un amico e me ne appassionai. Divenne poi la materia della mia tesi di laurea.
Sono convinto che essere Avvocato (oltre che fare l’avvocato) significhi soprattutto questo: appassionarsi ad un caso, studiarne con lucidità la miglior soluzione e mitigare l’angoscia di chi vive in prima persona il problema.
Questo è ciò che faccio anche ora, con passione e rispetto.

"Sono convinto che essere Avvocato (oltre che fare l’avvocato) significhi soprattutto questo: appassionarsi ad un caso, studiarne con lucidità la miglior soluzione e mitigare l’angoscia di chi vive in prima persona il problema."